Cevio - Torchio Boschetto - Comune di Cevio

Boschetto – torchio del 1580

Coordinate
Latitudine:      46.319250
Longitudine:    8.603472
https://goo.gl/maps/2WdC91HBa86MMMxZ6

 

Il torchio è un macchinario che serve a comprimere le vinacce dopo la pigiatura per spremerne il succo residuo. I torchi a leva, conosciuti fin dall’antichità, si diffusero nel Medio Evo nelle zone di coltivazione della vite: in Ticino ne sono stati identificati ben 150, di cui 28 ancora esistenti.

Il torchio di Boschetto, datato 1580, si compone di una trave di pressione costituita da due tronchi di castagno sovrapposti; il maggiore, che misura 9,3 metri di lunghezza, si biforca a un’estremità: sopra la diramazione è fissata la madrevite, entro la quale ruota la vite verticale, mossa da travetti incrociati orizzontalmente alla sua base. Vite e madrevite, soggetti a forte usura, sono in legno di noce. Per assicurare il movimento verticale della trave, l’altra estremità è inserita tra due coppie di montanti, ancorati alle travi del basamento e collegati tra di loro e alla parete dell’edificio. Tra i montanti, che fungono da sostegno, guida e fulcro della leva, vi è il piano di torchiatura, una vasca in sasso posata con una leggera pendenza che consente al liquido spremuto di uscire dal beccuccio laterale, sotto il quale veniva posato un recipiente. Le scanalature passanti realizzate nei montanti servono all’inserimento di travetti di manovra: questi sono infilati nella coppia anteriore, sotto la trave, in fase di riposo, mentre vengono inseriti in quella posteriore, sopra la trave, durante la torchiatura per aumentare la lunghezza della leva, e quindi la pressione, e per evitare che la trave si alzi quando la vite la tira verso il basso. Quando il contrappeso solidale alla base della vite si solleva, la manovra di torchiatura è terminata: la pressione esercitata sulle vinacce può raggiungere le 30 tonnellate.

La realizzazione di questi marchingegni mastodontici richiedeva il concorso di artigiani specializzati ed era dovuto all’iniziativa delle comunità o di consorzi di più famiglie; l’edificio che li ospita veniva costruito dopo la loro messa in posa.

 

(Flavio Zappa)

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