Bignasco - Oratorio di San Rocco - Comune di Cevio

Bignasco – Oratorio di San Rocco

Coordinate
Latitudine:      46.340546
Longitudine:    8.609116
https://goo.gl/maps/EHeMSV5dKZLqTZs48

Nei secoli scorsi le epidemie di peste non hanno risparmiato la Valle Maggia: nel 1596, per esempio, questa terribile malattia ha dimezzato la popolazione di Bosco Gurin, colpendo sicuramente con altrettanta durezza anche gli altri villaggi della regione. Contro questo temibile flagello la devozione popolare si rivolgeva ai Santi Rocco e Sebastiano oppure, più tardi, anche a San Carlo. Al primo è dedicato l’oratorio, eretto nel 1597 a due passi dalla chiesa parrocchiale, come ricorda l’incisione su una pietra angolare della facciata sud-occidentale, verosimilmente proprio in adempimento a un voto espresso durante la peste dell’anno precedente.

Situato accanto all’omonimo ponte, esso è stato ampliato a più riprese. Alla prima cappella, ora corrispondente al coro (dal quale si accede direttamente al piccolo campanile), sono stati aggiunti la navata con soffitto ligneo nel 1676 (il millesimo è inciso sull’architrave della porta d’entrata), la sacristia nel 1725 e infine l’ampio portico, non datato ma presumibilmente ottocentesco.

Sulla facciata principale è raffigurato San Cristoforo, protettore dei viandanti (qui aveva inizio la strada della Valle Lavizzara), databile all’ultimo quarto del XVII secolo. Nel coro una secentesca statua lignea di San Rocco è affiancata da due dipinti del XVIII secolo, mentre nella navata trovano posto altre antiche e pregevoli opere d’arte: una tavola della Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Michele della fine del XVI secolo, una tela con la Gloria di San Rocco del 1732 e una statua in legno della Madonna col Bambino del XVIII secolo. Quest’ultima proviene da una cappella privata, nel frattempo smantellata, e ricorda per fattura le Madonne nordiche tardogotiche; purtroppo i colori originali sono stati cancellati da uno sconsiderato restauro risalente a un secolo fa.

L’edificio è una testimonianza diretta dell’emigrazione verso Roma e dell’affetto che i bignaschesi espatriati conservavano per il villaggio natale. Sia la costruzione della sacristia sia la tela raffigurante San Rocco, entrambe del XVIII secolo, sono dono dei benefattori di Roma.

(2102)

(Flavio Zappa)

Help us improve the translation for your language

You can change any text by clicking on (press Enter after changing)

X