Cavergno – Ravör - Comune di Cevio

Cavergno – Ravör

Coordinate
Latitudine:      46.34709
Longitudine:    8.61125
https://goo.gl/maps/rWQREtMpraCT3CeD7

L’abitato primitivo di Cavergno aveva il tipico assetto degli insediamenti che sorgono su un asse stradale, ma non si sviluppava lungo l’asse principale della valle, bensì lungo direttrici orientate perpendicolarmente (Est-Ovest), ancora ben leggibili nelle carrali che percorrono il paese. La disposizione del villaggio ai piedi del contrafforte meridionale del Pizzo Paràula non era certamente casuale, ma frutto di una pianificazione intelligente che rispondeva a necessità economiche e di sicurezza: da una parte era imperativo mantenersi lontani dal fiume, in particolare dalla Bavona che, nei periodi di forti precipitazioni, imperversava costituendo una seria minaccia, dall’altra era indispensabile risparmiare la poca comoda campagna che si estendeva a Sud, nel triangolo tra i fiumi Bavona e Lavizzara.

Nonostante un’oculata gestione del territorio i terreni agricoli, per una comunità assai numerosa che ne era fortemente dipendente, erano sempre troppo pochi. Questo ha indotto i cavergnesi a bonificare ampie superfici della fascia pedemontana, soprattutto a monte del villaggio e in direzione della Valle Lavizzara, esposte a una buona insolazione.

Così, nella località detta Ör Grand (“ör” significa riva, erta, pendio) vi sono alcune superfici terrazzate di grande valore paesaggistico. I muri di sostegno sono imponenti; innalzati con blocchi che arrivano a pesare anche diversi quintali, superano in alcuni punti i cinque metri di altezza. Essi formano ampi gradini pianeggianti destinati un tempo alla coltivazione di cereali (segale) e patate, forse anche allo sfalcio. Gradini a sbalzo e scalette incassate nei muri assicuravano i collegamenti verticali, mentre un’alta recinzione a secco preservava le colture dalle incursioni delle capre.

Capre che durante l’inverno erano stabulate in gran numero in questa zona, come si evince dai numerosi “splüi” (costruzioni sotto roccia) disseminati all’esterno delle aree terrazzate. Sono vani ricavati negli interstizi tra macigni che si sovrappongono o scavati sotto grossi blocchi; alcuni raggiungono dimensioni ragguardevoli e spesso conservano l’arredo che ne rivela l’antica funzione di stalla per il bestiame minuto (mangiatoie, gabbie per i capretti, soppalchi per il foraggio, grandi nicchie per la gerla del fieno). Alcuni di queste stalle sotterranee portano date del XIX secolo.

Per iniziativa del Patriziato di Cavergno una porzione di questo comparto è stata recentemente recuperata ed è ora visitabile grazie a un comodo percorso circolare che si snoda lungo i terrazzi e tra gli “splüi”, all’ombra di castagni secolari.

(Flavio Zappa)

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