Cevio - Gli argini - Comune di Cevio

Cevio – Gli argini

Coordinate
Latitudine:      46.31653
Longitudine:    8.60641
https://goo.gl/maps/uUR66ujEebyAD6rD6

Essendo situato alla confluenza dei fiumi Maggia e Rovana, il villaggio di Cevio è stato spesso confrontato con le loro piene impetuose che in passato hanno provocato danni ingentissimi e anche molte vittime. Nel 1648 per esempio la Maggia raggiunse la piazza e si portò via ben 52 vite umane. Per preservare abitati, coltivi e vie di comunicazione dalla furia delle acque, già molti secoli or sono furono realizzati importanti interventi di arginatura e correzione dei fiumi. Quasi tutti i manufatti osservabili oggi sono però posteriori al 1853, anno in cui fu promulgata la prima legge cantonale sulle arginature di fiumi e torrenti e stanziato un cospicuo sussidio dall’erario pubblico per la creazione di opere solide e durature.

Opere che a Cevio furono portate a termine dopo la rovinosa alluvione del 1868, che ne devastò tutta la campagna. Altri manufatti sono stati messi in cantiere in tempi più recenti, per esempio gli speroni che proteggono il ponte di Visletto e altri consolidamenti a difesa del villaggio, resisi necessari dopo le disastrose alluvioni del 1924 rispettivamente 1978.

Gli argini propriamente detti sono strutture disposte lungo le rive parallelamente al corso del fiume e hanno il compito di impedirne lo straripamento; a Cevio gli argini ottocenteschi si snodano per una lunghezza complessiva di 1660 m. Ulteriori 600 m sono costituiti da ripari di altra natura, tra i quali sono di particolare interesse quelli detti “a pennello”: formati da pietre lavorate e collocate verticalmente o a coltello, essi entrano nell’alveo perpendicolarmente alla direzione del fiume. In questo modo attenuano la forza della corrente e ne limitano l’azione erosiva sulla riva durante le piene. Hanno la stessa funzione di rottura anche le cosiddette tartarughe (il nome originale è “Steinmänner”), tre piramidi allineate nell’alveo del fiume circa 400 metri a monte del ponte di Visletto. Realizzate nel 1927, sono un esempio unico in Valle Maggia.

È impressionante notare come gran parte dei lavori siano stati eseguiti oltre un secolo fa, quando non esistevano i moderni mezzi meccanici per trasportare e posizionare più di 30’000 mc di blocchi di sasso. Data la mole delle pietre è probabile che per il loro trasporto siano stati utilizzati dei vagoncini che correvano su appositi binari. A fine Ottocento infine, come ulteriore misura protettiva, è stata creata la vasta piantagione di pini silvestri che ancora oggi separa l’abitato di Cevio dal corso del fiume Maggia.

(Sonia Fornera / Flavio Zappa)

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